Pasolini e la peste

Pasolini e la peste - Autostoppisti del Magico Sentiero

Nuovo episodio discografico, in realtà a breve distanza dal fortunato “Sovrapposizione di Antropologia e Zootecnia” per gli amici Autostoppisti del Magico Sentiero.

Se nel primo gli artisti della bassa friulana si muovevano su “La via dei Canti” del noto scrittore inglese Bruce Chatwin, con la stessa lapidaria essenziale abilità in questo nuovo concept album l’autore che li ispira non poteva che essere l’amato poeta di Casarsa della Delizia. Figlio del lockdown? Figlio di questa terrificante pandemia?

Il titolo scelto, “Pasolini e la peste” parrebbe suggerire qualcosa, ma è solo inserendolo nel lettore che si comprende quanto la “discesa all’inferno”, della quale descrive molto bene Angelo Floramo nelle note introduttive al disco, è appena iniziata: perché se nei primi secondi si possono ascoltare placidi canti di grilli e gorgheggi di uccelli, immediatamente si entra nella fredda cronaca della tragica morte del poeta attraverso le voci registrate dell’epoca ed è subito “Carne macinata abbandonata in un parcheggio” … Proseguendo è un susseguirsi di musica volutamente sconnessa, fra improvvisazione, jazz (non mancano fra gli ospiti caposaldi come Francesco Bearzatti, Bruno Romani, Massimo De Mattia, Giorgio Pacorig) …, manipolazioni sonore (Patrizio Pica, Jacopo Barusso …), strumentazioni e sonorità classiche o distorte, una infinità di voci di poeti, attori ed amici, dove le parole dure e profonde di Pasolini si alternano alle elucubrazioni musicali o letterarie nel descrivere una società, la nostra, oramai senza speranza.

Così fra “Pasolini e la peste”, “Mossave Atttack”, “la Sospensione del tragico”, “Academiuta post perestroika”, “Radice quadrata di Pier Paolo” ed tremendo finale “Blues dell’Idroscalo”, perché anche i titoli dei brani hanno tutti un loro perché, con fermezza si denuncia quanto il poeta sia stato anche “ridotto a carciofo fritto filologico, impanato, servito con salsa celtica di latinità parrocchiale, petrolio di petrolio e frico di frico, recensioni di recensioni” … Mai in tutto questo gli Autostoppisti del magico pensiero hanno pensato, come purtroppo troppo spesso è stato fatto, di strumentalizzarlo: “non abbiamo fatto altro” – come racconta Fabrizio Citossi, anima del progetto musicale – “che un lavoro di taglia e cuci con quella che crediamo sia la nostra coerenza politica e spirituale … Pasolini in questo caso diventa materia liquida affilata”.

“Pasolini e la peste”, ideato e arrangiato da Fabrizio Citossi, anche a chitarra, voce, organo ed armonica, vede impegnati Marco Tomasin alla tromba e voce, Martin O’ Loughlin al didgeridoo, Franco Polentarutti alla voce e Federico Sbaiz alla chitarra ed all’ottimo collage sonoro.

Per chi lo volesse affrontare è disponibile in digitale su Bandcamp, ma anche in cd grazie alla produzione Slou Soc. Coop. e New Model Label.